COMPARTO TRASPORTO MERCI E LOGISTICA
Le imprese del comparto nell'ultimo triennio hanno saputo cogliere positivamente le opportunità del mercato, riuscendo a tradurle in un consolidamento della presenza cooperativa, attraverso la crescita del fatturato, dell' utile operativo, della qualità del servizio offerto, grazie anche alla capacità di diversificare il servizio stesso, così assolvendo alla missione propria dell' impresa cooperativa, cioè " lo scambio mutualistico, la ricerca ed assegnazione del migliore lavoro da assegnare ai soci ".
Per l' immediato futuro le condizioni di mercato e politiche (i primi segnali si sono già avvertiti nella primavera del 2002) non sono favorevoli ad uno sviluppo complessivo dell'economia nazionale ed europea, conseguentemente con una sostanziale flessione della domanda di servizi, tra cui quelli integrati alle merci.
In questo scenario va tenuto vivo il confronto con le Istituzioni tutte, in primo luogo con i Governi nazionale e regionale, per l' ammodernamento e realizzazione delle infrastrutture (gli obbiettivi sono elencati nel documento in cartella) ed iniziative a sostegno dello sviluppo e della crescita del comparto del trasporto merci e della logistica, attraverso l'utilizzo di risorse finanziarie da prevedere nel dpef della Regione e della formazione professionale da un lato; dall'altro, le cooperative debbono valutare attentamente, partendo da esperienze fatte, processi di sviluppo della logistica integrata, di internazionalizzazione dell'attività ed infine di ulteriori aggregazioni in tutte le sue forme giuridiche possibili, funzionali ad un più incisivo presidio del mercato, evitando di limitare il confronto al solo trasporto, ma allargando la platea alla movimentazione merci e ad esperienze che alcune cooperative hanno avviato e consolidato nei servizi ferroviari; avviando il confronto con la F.E.R. s.p.a. "Ferrovie Emilia-Romagna", implementando accordi commerciali per lo sviluppo del trasporto combinato e intermodale dal bacino portuale di Ravenna e del comprensorio delle ceramiche; non ultimo saranno indispensabili una attenta valutazione per l'ingresso nella compagine sociale, così come da normativa nazionale e regionale sulle privatizzazioni delle aziende a capitale pubblico, nonchè una più incisiva politica di contenimento dei costi per i soci e per l' impresa cooperativa, considerato che in questa regione il clima è favorevole, dato da un confronto serio, continuativo e collaborativo fra le organizzazioni di rappresentanza, in primis la Fita Cna.
Questi, prioritariamente, sono i temi che la commissione di comparto fin da domani sarà chiamata ad affrontare, formulando proposte e collaborando fattivamente per la gestione delle stesse.
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COMPARTO AUTOTRASPORTO MERCI 2001
Il comparto trasporto merci per l’anno 2000 conferma un sostanziale consolidamento sia sul versante del risultato economico, sia sul versante sociale (rapporto con i soci, i lavoratori, il radicamento territoriale); pur operando in un contesto di mercato difficile, sia sul piano imprenditoriale, in vorticosa trasformazione ed in una accentuata (e spesso stressante) competizione basata esclusivamente sul costo del servizio e non sulla finalità dello stesso, sia operando in un contesto politico "settoriale" che si apprestava a porre sul tavolo del confronto (fra le parti imprenditoriali e sindacali) idee, proposte e documenti (poi concretizzatisi nell’anno in corso) che concorrono a modificare l’impostazione gestionale dell’impresa di trasporto ed in buona parte anche il mercato di riferimento.
Se possiamo effettivamente archiviare con un giudizio più che positivo i risultati economici del 2000, non possiamo non esimerci dall’analizzare in questa sede il quadro politico a cui il settore fa riferimento e valutare attentamente (anche le più piccole sfumature) per cogliere tutte le opportunità per crescere e consolidarsi; mi riferisco per brevità alla legge 454/97 "Ristrutturazione dell’autotrasporto e sviluppo dell’intermodalità", al CCNL trasporto e logistica (rinnovato nel luglio 2000), alla legge 142/00 "Socio lavoratore", alle politiche regionali sul trasporto merci.
La legge 454/97
Questa legge ha oggettivamente fallito rispetto alle sue finalità (anche per i tagli apportati dalla U.E. che l’hanno resa di fatto inapplicabile), se non per il capitolo riferito all’esodo (oltre 6.000 imprese) "uscita dal mercato di imprenditori monoveicolari a fronte di contributo economico", che ha interessato anche nostre cooperative.
Se questo lo rapportiamo alla difficoltà di fare nuovi soci da un lato ed alla impossibilità di accedere a contributi per lo sviluppo dell’associazionismo (unico elemento per abbattere la polverizzazione) dall’altro, possiamo dire che la 454 ha creato più problemi che opportunità per le imprese cooperative di trasporto.
Questo deve insegnarci ad assumere iniziative proprie (pur coordinandoci con la pubblica amministrazione) al fine di rappresentare al meglio e con più incisività i problemi del comparto presso la Commissione trasporti dell’U.E. e non lasciarla in toto a funzionari ministeriali pur bravi sul fronte del diritto comunitario, ma forse deficitari sulla politiche complessive della mobilità delle merci.
Il CCNL trasporto e logistica
L’organizzazione come ben sapete è firmataria del contratto di lavoro (riferito ai dipendenti) del settore. Questo apre scenari nuovi di relazioni industriali con il sindacato, che se ben gestite e governate possono contribuire ad una ulteriore crescita imprenditoriale; tenuto conto che si è avviato con il sindacato di categoria (così come cita opportunamente la dichiarazione a verbale) il confronto per una compatibile e graduale applicazione del CCNL al socio lavoratore, intrecciato con l’applicazione della legge 142/00.
Legge 142/00 "Socio lavoratore"
Seppure imperfetta, non sempre chiara e con qualche lacuna, è per il comparto del trasporto e più complessivamente per la logistica uno strumento legislativo importante a supporto dello sviluppo e della crescita dell’impresa.
Al di là di una revisione compatibile graduale del DPR 602, quando parla di "ulteriore scambio di lavoro in qualsiasi altra forma" prospetta la figura (da verificare nelle sue implicazioni) del socio lavoratore imprenditore, che convive nella stessa impresa assieme al socio lavoratore subordinato, nella chiarezza dei rispettivi ruoli societari e organizzativi.
Questa soluzione può accelerare le condizioni di sviluppo dell’attività di logistica complessivamente, attivando maggiori e più pregnanti sinergie gestionali, coordinando l’attività di movimentazione e trasporto in un unico contenitore imprenditoriale.
Per meglio approfondire questo obiettivo strategico e per fornire ulteriori strumenti al gruppo dirigente nello sviluppo dell’attività di logistica, l’associazione sta organizzando per il prossimo mese di novembre un seminario tecnico in collaborazione con lo Studio Legale Zunarelli e Associati e l’Unipol.
Le politiche regionali
Il confronto con l’Assessorato Regionale ai Trasporti e Mobilità continua ad essere quotidiano e serrato, al fine di definire condizioni e strumenti condivisi al supporto dello sviluppo del trasporto e della logistica.
In specifico: utilizzo di risorse economiche a sostegno delle imprese (compatibili con le direttive dell’U.E.), anche alla luce di risorse disponibili e presenti nel bilancio regionale; vanno definiti attraverso un confronto con le imprese gli ambiti di intervento possibili e finalizzati allo sviluppo.
Sviluppo del trasporto combinato ed internazionale, promuovendo azioni comuni al fine di dare risposte organizzative ed imprenditorialmente compatibili alla mobilità delle merci nel rispetto dell’ambiente.
Le cooperative di trasporto e movimentazione hanno avviato un confronto per valutare le possibilità di interagire con il sistema ferroviario regionale (Ferrovie Concesse off FER s.p.a.), con la potenzialità regionale (porto di Ravenna) e con i centri logistici presenti in Regione, che sottoporrà per una valutazione ai soggetti gestori ed all’Assessorato regionale.
Prosegue il confronto (congiuntamente alle altre organizzazioni) per avviare definitivamente il progetto della Scuola Regionale della Logistica (il comparto ha sempre più necessità di formazione permanente e di formazione qualificata per quadri e dirigenti).
Infine, ma non per minore importanza, vorrei sottolineare un clima di buona e fattiva collaborazione fra le organizzazioni di rappresentanza (in primis con la FITA/CNA) che in questa regione permette di sviluppare azioni concrete a supporto del settore e che a livello nazionale contribuisce a stimolare un confronto efficace e continuativo con il Governo (pur in una situazione oggettiva di difficoltà), al fine di risolvere gli annosi problemi che attanagliano il settore, che si possono sinterizzare nella riduzione dei costi di impresa, per allinearli a quelli delle imprese di paesi membri dell’U.E.
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SETTORE TRASPORTO MERCI 2000
Il comparto trasporto merci anche per l’anno 1999 conferma un trend in crescita del valore della produzione (+ 9,32% sul 1998), l’adesione di nuove cooperative di trasporto (+ 1,3%), a fronte di un calo degli addetti pari all’1% circa sul ’98, dato principalmente all’andata in pensione di imprenditori associati. Per il 2000 i preconsuntivi (pur di fronte ad alcune difficoltà aziendali, in buona parte in via di soluzione positiva) confermano il trend di crescita sia del valore della produzione, sia del numero degli addetti (soci+dipendenti fissi).
In un mercato difficile ed altamente competitivo l’autotrasporto associato sta dimostrando una capacità industriale di gestione del servizio competente ed innovativo, puntando sempre più ad un processo globale di gestione delle merci (dalla produzione al punto vendita e/o utilizzatore finale).
L’Associazione è da tempo impegnata all’esterno ed all’interno del Movimento cooperativo a sviluppare uno scenario favorevole e condiviso che aiuti le cooperative a consolidarsi per affrontare al meglio il futuro.
Lo strumento del bilancio sociale oggi presentato va in questa direzione e dimostra ancora una volta ai più scettici (che stanno sia a destra che a sinistra dello schieramento politico), che si può fare impresa di qualità, coniugando profitto e mutualità.
Sul versante esterno pur operando in uno scenario politico nazionale difficile (risanamento del deficit pubblico ed eccessiva litigiosità politica), che si riflette anche a livello regionale, negli ultimi due anni si sono fatte e concretizzate cose (e non solo atti) importanti. Sul fronte nazionale nel giugno di questo anno e dopo un aspro confronto con il Governo che ha portato alla sottoscrizione di un accordo (implementato ulteriormente a settembre), si sono poste le basi per interventi strutturali (e non più a pioggia) alla crescita delle imprese di trasporto di merci in conto terzi.
Questo al di là dei risultati concreti che poi dirò, è la presa di coscienza dell’importanza del trasporto merci per un paese industriale che intende competere in un mercato globale. In sintesi, i risultati puntano ad una riduzione strutturale dei costi d’impresa incidendo sul costo del lavoro, sullo snellimento della burocrazia e sul contenimento del costo del carburante per autotrazione (vera materia prima per l’autotrasporto) ed infine la conclusione dell’iter parlamentare nazionale e dell’unione europea (che ha approvato a fine estate tutto l’articolato ed i singoli provvedimenti di accompagnamento) della L. 454/97 che destina circa 1.800 mld. per un triennio alla ristrutturazione e sviluppo dell’autotrasporto e dell’intermodalità. I risultati sopra elencati trovano soddisfazione in D.L. specifici ed in capitoli in finanziaria in discussione in questi giorni nei due rami del Parlamento. Le associazioni di rappresentanza che si riconoscono in UTI e CUNA, così come unitariamente hanno raggiunto questi risultati, unitariamente vigileranno affinchè gli stessi non siano disattesi.
A livello nazionale, infine, nell’estate appena trascorsa è stato sottoscritto ( dopo mesi di trattativa) il contratto di lavoro del trasporto e della logistica, che al di là dei contenuti economici e normativi, ritengo abbia prodotto tre risultati importanti: uno, il riconoscimento della validità dello strumento cooperativo, il secondo, anche esplicitato, sostenuto e successivamente condiviso dal sindacato e dalle altre organizzazioni datoriali, che il CCNL si applica ai lavoratori ed è il riferimento per i soci lavoratori, fatte salve le autonomie statutarie; in ultimo, avere sottoscritto un CCNL che raggruppa due dei tre contratti scaduti e vede la sigla di quasi la totalità dei soggetti che operano nel trasporto e nella logistica (piccola e media impresa, imprese industriali e cooperazione).
Oltre ad affiancare, sostenere e stimolare l’Associazione nazionale nella sua azione quotidiana, non è venuta meno l’attività regionale che ha visto operare l’Associazione e più in specifico il comparto su 4 filoni fondamentali: consolidare i rapporti con la Regione, lavorare di concerto con Legacoop regionale e le Leghe territoriali nella definizione, implementazione e supporto di progetti imprenditoriali settoriali ed intersettoriali, accelerare i rapporti con le cooperative di movimentazione, ed infine un consolidamento dei rapporti con l’artigianato e più in specifico con la FITA/CNA.
Regione Emilia Romagna
Nella passata legislatura, fra le organizzazioni dell’autotrasporto ed il governo della Regione (e più in specifico con l’Assessorato regionale ai Trasporti e Mobilità), si sono instaurati, nel rispetto dei singoli ruoli e delle singole autonomie, rapporti consolidati che hanno prodotto in quegli anni atti fondamentali per lo sviluppo dell’autotrasporto e della logistica, esemplificando:
Infine, si sono poste le basi per concentrare atti fondamentali in questa legislatura (peraltro già recepiti e fatti propri dall’attuale Assessore regionale ai Trasporti e Mobilità che voglio ringraziare pubblicamente) e sempre esemplificando:
Legacoop regionale e Leghe territoriali
L’Associazione è e si è impegnata in un lavoro quotidiano con i singoli territori per avviare e concludere progetti di sviluppo e riorganizzazione del settore; coinvolgendo le cooperative di trasporto e non, potenziali partner privati e pubbliche amministrazioni. Si sono sviluppati progetti che vedono le cooperative di trasporto e movimentazione costituire strumenti finalizzati allo sviluppo ed al governo della logistica integrata.
Come le esperienza in atto a Bologna, Reggio Emilia e nella Romagna.
Progetti di esternalizzazione di processi di logistica che vedono la committenza al fianco delle cooperative di trasporto e movimentazione per definire a tutto tondo il progetto e la conseguente gestione.
Con la pubblica amministrazione incentivare politiche di sviluppo infrastrutturale e con partner privati definire la gestione nel rispetto delle rispettive specificità, dalla portualità al trasporto combinato ed intermodale.
Cooperative di movimentazione merci
Con il comparto movimentazione merci si è definito un documento sulle regole, fondamentale per avviare rapporti di collaborazione, questo ha prodotto una accelerazione di iniziative nel mercato (alcune richiamate al punto precedente) e recepite favorevolmente dallo stesso. L’azione non va allentata, ma ulteriormente implementata, il mercato nazionale della logistica è stimato in circa 300.000 mld. (di cui 150.000 circa di solo trasporto) ed il trasporto e la movimentazione hanno le carte in regola per giocare un ruolo primario ed alla pari con competitori nazionali.
Basterebbe sviluppare ingegnering e progettazione, visto che in questo mercato ci siamo, ma spesso come fornitori di servizi dei nostri potenziali competitori.
Si dirà che servono ingenti risorse finanziarie, è vero, ma credo che partendo dalle buone idee, da una buona progettazione e da risorse umane capaci (che non ci mancano), gli strumenti finanziari del movimento possono essere positivamente coinvolti per essere nostri partner. Questo è lo sforzo che noi tutti dobbiamo fare, dalle cooperative, ai comparti, a tutte le Associazioni di settore, alle Leghe territoriali, alla Lega regionale, coordinandoci e collaborando ancora di più.
Rapporti con l’Artigianato
Vanno sempre più consolidandosi sia a livello nazionale (vedi la costituzione di UTI "Unione Trasportatori Italiani" Cooperazione – FITA/CNA e ANITA) che regionale.
Questo ha permesso lo sviluppo di un ambiente sempre meno conflittuale e sempre più collaborativo, contribuendo al raggiungimento di risultati importanti per il settore sul versante legislativo, del mercato e della gestione dell’impresa cooperativa, migliorando il rapporto fra imprese socie e cooperativa.
L’Associazione riconferma la validità, pur ribadendo la propria autonomia, della collaborazione ed intende proseguire su questa strada infondendo maggiore impegno e lavorando per allargare la platea con altre associazioni che condividono le nostre stesse strategie.
Avviandomi alle conclusioni vorrei fare un ultimo accenno ad alcuni atti già formalizzati ed altri che l’Associazione formalizzerà a giorni.
All’inizio dell’anno l’Associazione ha siglato con l’UNIPOL una convenzione per dare copertura previdenziale aggiuntiva (nello spirito della riforma sul sistema pensionistico) ai soci imprenditori attraverso il Fondo Pensione Aperto "Unipol"; credo che sia una risposta importante ed un ulteriore elemento di distintività della cooperazione.
Parimenti a giorni sarà rinnovata la convenzione assicurativa con l’Unipol che interessa tutti i settori e tiene conto delle innovazioni normative da poco introdotte e che modificano non poco l’attività delle imprese: dall’HACCP, all’ADR, dalla 626, dal responsabile di cantiere ecc.
Anche questo credo sia un ulteriore elemento di distintività cooperative e di servizio al socio ed all’impresa.
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